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Lo chiamano "Bastardone": quando il dispetto diventa tradizione!

Aggiornamento: 13 nov 2023

Era un'estate di centinaia d'anni fa quando grazie ad una disputa nacquero i "Bastardoni" i "nuovi" frutti del Fico d'India.

La storia narra dell'esistenza di una pianta di fico d'india che definiva i confini tra la proprietà di cumpari Janu (un agricoltore) e del massaru Cicciu (un allevatore). La disputa, quasi mai sfociata in violenze, era iniziata durante l'adolescenza, quando il bestiame di massaru Cicciu - allora alle dipendenze del padre - sconfinava spesso nel terreno di fronte, rovinando così i campi coltivati da cumpari Janu. Entrambi risolvevano la problematica questione solo quando uno dei due aveva superato l'altro nel campo dei dispetti.

Quell'anno toccò proprio alla pianta del fico d'india appianare le divergenze.. una mattina, molto presto, cumpari Janu trovò alcuni vitelli nella sua proprietà, dopo averli fatti uscire, decise di escogitare un espediente per indispettire il massaro.

Pensava, pensava e ripensava.. quando osservando la pianta, era il mese di Giugno e il fico d'India stava iniziando a produrre i primi frutti, decise di "scozzolare" (eliminare) tutti quelli che ricadevano nella proprietà del massaru Ciccio, lasciando intatta l'altra metà (che ricadeva nella propria terra).

A Luglio cumpari Janu si divertiva a prendere in giro a don Cicciu: "a pruvvidenza u sapi a chi a dari i frutti", oppure "nun si bonu mancu pe' spini" etc. etc. Per tutta l'estate cumpari Janu portò i frutti a casa compiacendosi di aver avuto l'occasione di sperimentare la propria "vendetta".

A ottobre però i frutti ritornarono, questa volta però nel lato opposto, più grossi, succulenti e polposi così da far divertire il massaru Cicciu che ricambio' agli sgarbi con sberleffi e battute fino alle novene natalizie.. fu così che il dispetto divenne tradizione.


 
 
 

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